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RECENSIONE: A Monster Calls, Theatre Royal Nottingham ✭✭✭✭✭
Pubblicato su
21 febbraio 2020
Di
garystringer
Il recensore delle Midlands Gary Stringer è impressionato dalla produzione itinerante di A Monster Calls.
A Monster Calls
Theatre Royal Nottingham
Cinque stelle
Il famoso romanzo per giovani adulti di Patrick Ness, A Monster Calls, ha già una notevole reputazione, essendo stato adattato in un film di successo con le stelle di Hollywood Sigourney Weaver e Liam Neeson nel 2016, e una versione teatrale di successo all'Old Vic di Londra nel 2018. Ora il testimone passa a un nuovo cast per un tour nazionale, in scena a Nottingham fino al 22 febbraio, sotto la direzione di Sally Cookson, che ha esperienza con adattamenti letterari, avendo precedentemente diretto produzioni di Jane Eyre e Peter Pan.
Si apre su un set austero, disegnato da Michael Vale, una parete bianca vuota e due file di sedie che si fronteggiano. Ai lati, corde pendono minacciosamente suggerendo gli intrecci che verranno, e suggerendo che tutto non è così semplice come appare inizialmente. Questa tela bianca è il perfetto contraltare per il dramma che si svilupperà, una pagina bianca su cui proiettare le nostre speranze e paure, uno spazio liminale per esplorare le transizioni tra i sogni dell'infanzia e le dure realtà e responsabilità della vita adulta. Impressionanti e immersive proiezioni e illuminazioni da Dick Straker e Aideen Malone rispettivamente trasformano questo spazio mentre il cast ci guida attraverso le banalità della vita quotidiana, voli di fantasia fittizi e il confronto con i nostri incubi più profondi di perdita e rimorso.
Più che un semplice spettacolo, è arte performativa, circo su filo alto, balletto abilmente coreografato e concerto sublimemente orchestrato. In realtà, la musica di Benji Bower è un personaggio a sé stante, eseguita dai musicisti Seamus Carey e Luke Potter (spero che continuino a lavorare insieme dopo questo tour) che supervisionano lo spettacolo dopo essere stati rivelati in alto a destra del set. Elettronica pulsante e voci sintetizzate inquietanti si combinano con pianoforte e violoncello con effetto evocativo, sottolineando e intensificando le emozioni che vengono interpretate sul palco.
Il cast è tutto eccellente, lavorando insieme in formazione strettamente composta per dar vita a personaggi con cui possiamo identificarci e empatizzare. Niente occhiali rosa - questa è l'umanità in tutte le sue complessità, resiliente e fragile, adorabile e antipatica, timorosa e senza paura. Ammar Duffus eccelle nel ruolo di Conor, mostrando un ragazzo costretto a crescere troppo in fretta da eventi al di fuori del suo controllo e comprensione. Condividiamo il suo dolore mentre realizza che sta perdendo non solo la sua amata madre, ma anche la sua infanzia idealizzata insieme al futuro che aveva immaginato per sé. Viaggiamo con lui mentre i muri che ha costruito per proteggere la sua fantasia vengono abbattuti. Anche Maria Omakinwa è straordinaria nel ruolo della madre di Conor, nascondendo coraggiosamente il proprio dolore e le paure per proteggere suo figlio mentre combatte contro l'inevitabile e l'ignoto. Sebbene circondata da persone, è terribilmente sola.
Per quanto riguarda il mostro titolare, è realizzato in maniera spettacolare e inventiva mentre il cast manipola e contorce le corde per creare l'albero di tasso, come simbolo della vita stessa. Avanzando attraverso le epoche, radicati nel passato e ramificati verso un futuro ignoto nel quale non avremo parte, questo è un potente promemoria del nostro rapporto inquieto con il mondo naturale. Le nostre vite umane sono solo battiti di ciglia mentre lui scruta nel corso della storia. Portato in vita con impressionante fisicità da Keith Gilmore, questo mostro è sia amico che nemico, non offre facili risposte, terrorizza tanto quanto conforta, spronando e minacciando Conor e noi stessi ad accettare il nostro destino inevitabile.
Questa è una storia che sottolinea che ci sono tante maniere di raccontare una storia quanto sono le storie da raccontare, su come la speranza e l'ardire di credere siano al cuore stesso della nostra umanità, e su come le bugie più convincenti siano spesso quelle che raccontiamo a noi stessi. Sebbene affronti temi pesanti, sono abilmente trattati e il denouement straziante è catartico, portando sollievo oltre che lacrime mentre la realtà colpisce, condivisa dal cast e dal pubblico.
In tour a Nottingham, Salford, Coventry e Sheffield fino al 14 marzo Visita la nostra pagina Tour
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