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RECENSIONE: La Tempesta, Jermyn Street Theatre Londra ✭✭✭
Pubblicato su
15 marzo 2020
Di
julianeaves
Julian Eaves recensisce La Tempesta di William Shakespeare diretta da Trevor Nunn al Jermyn Street Theatre, Londra.
Kirsty Bushell (Miranda) e Michael Pennington (Prospero) in La Tempesta. Foto: Robert Workman
La Tempesta Jermyn Street Theatre,
13 marzo 2020
3 Stelle
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Il principale richiamo di questa rivisitazione dell'ultimo, valedictorio dramma di Shakespeare è la possibilità di vedere il veterano attore classico, Michael Pennington (76 anni), dare una lezione magistrale di dizione poetica nel ruolo del deposto Duca di Milano, Prospero. Ho notato molti giovani attori nel pubblico, che si sporgevano in avanti incantati dalla sua apparente facilità nel trovare e articolare il significato nei discorsi più complessi: e questo non è un compito facile con un copione che fa di tutto per smantellare qualsiasi senso di realtà credibile. Prospero (in italiano significa 'avrò successo'), è naufragato su un'isola remota sconosciuta agli europei, dove vive in una grotta, eppure è dotato di poteri magici che possono comandare spiriti e persino gli elementi. Le contraddizioni fantasiose in questo dramma lo hanno reso a lungo uno dei drammi più problematici di Shakespeare, e qualsiasi produzione oggi deve ancora affrontare alcune incoerenze piuttosto evidenti in una storia che può apparire come un'affermazione sfacciata e acritica del colonialismo europeo, come una manipolazione sciovinista dell'unico personaggio femminile (la figlia del mago, Miranda), o semplicemente come qualcosa di assurdo.
Whitney Kehinde (Ariel), Richard Derrington (Antonio), Peter Bramhill (Sebastian), Lynn Farleigh (Gonzalo) e Jim Findlay (Alonso). Foto: Robert Workman
Questo è un compito impegnativo per il Direttore Artistico, Tom Littler. Tuttavia, si è distinto ancora e ancora nei suoi relativamente brevi anni in questo ruolo con produzioni che fanno virtù di un ampio spettro di dramma, tutte fatte per apparire e suonare magnificamente nello spazio ridotto. Questa volta, ha un set appositamente 'naufragato' di Neil Irish e Anett Black, con il cast per la maggior parte in pigiama e vestaglie, forse alludendo ai numerosi riferimenti al sonno e al sogno nelle immagini del dramma. Ma invece di far aprire il paesaggio dell'isola davanti a noi - l'azione si muove attraverso esso, separando in modo cruciale i sopravvissuti alla tempesta iniziale creata su richiesta di Prospero e confrontandoli individualmente o in gruppo con sfide fisiche ed emotive particolari, come molte altre recenti interpretazioni sembriamo bloccati in una sola stanza, e in questo caso, una le cui pareti sono rivestite da mensole ondulate e surrealistiche. Questo provoca una curiosa tensione tra ciò che ci viene chiesto di credere e l'evidenza dei nostri occhi. Per me, purtroppo, questa non era una tensione comoda né gratificante. Penso che possa essere una questione di gusto personale se rispondere o meno a questo.
Kirsty Bushell (Miranda) e Tam Williams (Ferdinando). Foto: Robert Workman
Lo stesso senso del bizzarro si estende al casting. Miranda è interpretata dalla magnifica attrice, Kirsty Bushell, il cui approccio al parlare Shakespeare è radicalmente diverso da quello di Pennington, ma altrettanto avvincente. Tuttavia, ci viene detto che è una mera adolescente - qualcosa a cui non crediamo per un minuto - per quanto dotata di intelligenza e arguzia fenomenali. Come spirito locale, Whitney Kehinde abita il suo universo come l'astuta Ariel, e la presenza atletica del giovane Tam Williams inietta sangue rosso benvenuto nella rappresentazione, mostrando il corpo dello 'schiavo' Calibano appena coperto da stracci e una maschera. Williams inoltre raddoppia come interesse amoroso di Miranda, Ferdinando, togliendosi la maschera e indossando un paio di pigiami a righe, continuando l'accento sul maschile rispetto al femminile: a differenza di Anne Francis in 'Pianeta Proibito', Bushell non mostra alcuna delle sue curve, e noi ci chiediamo seriamente come e perché Ferdinando la classifichi immediatamente come una 'dea' e voglia sposarla.
Tam Williams (Calibano). Foto: Robert Workman
Per quanto riguarda gli altri, fanno tutti lavori rispettabili: Jim Findley come Re Alonso (padre di Ferdinando), Lynn Farleigh (un degno seniore cortigiano femminile, Gonzalo), Peter Bramhill (doppia come il potenziale usurpatore reale Sebastian e un clown più riuscito, Trinculo) e Richard Derrington (come fratello e nemico di Prospero, Antonio... e anche il maggiordomo stile 'Admirabile Crichton', misteriosamente in uniforme nera di fine XIX secolo e bombetta). Ma, ancora una volta, per me la sensazione di clausura di questa stanza angusta, indipendentemente dai messaggi che stava dando alla mia 'testa', mi faceva 'sentire' un senso di disconnessione e straniamento - due cose che non ho mai associato a una produzione di Tom Littler.
La Tempesta è in scena fino al 4 aprile 2020 al Jermyn Street Theatre
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