RECENSIONE: Saga, Etcetera Theatre Londra ✭✭✭✭

Mark Ludmon recensisce il nuovo spettacolo della Stones Theatre Company, Saga, all'Etcetera Theatre di Londra e all'Edinburgh Fringe

Saga

Etcetera Theatre, Londra

Quattro stelle

Nel pezzo espressionistico rivoluzionario di August Strindberg, A Dream Play, un dio manda la figlia sulla terra per scoprire la misera condizione dell'umanità. Questo classico svedese del 1901 ha ispirato Saga, una nuova adattazione inventiva di Michael Currell che l'ha trasformato in una satira spiritosa e divertente sulla Gran Bretagna odierna della Brexit. Con la regista Olivia Stone e un cast di quattro persone, le ha dato ulteriore risonanza raccontando la storia sia in svedese che in inglese, creando uno spettacolo che celebra la cultura e la lingua di un altro paese dell'UE in un dramma onirico ambientato a Londra.

Come nell'originale di Strindberg, la figlia di un essere divino arriva sulla terra e incontra una successione di personaggi che incarnano i valori della vita moderna. In questa versione, il suo nome è stato cambiato da Agnes al più scandinavo Saga, come la dea nordica della narrazione. Si ritrova coinvolta nelle vite di persone che vivono in un lussuoso grattacielo residenziale, che svetta per 66 piani sopra la città – e continua a salire. Scopriamo un mondo da incubo dove l'amore e la compassione sono sopraffatti dalle preoccupazioni materiali, dalla necessità intensa di avere 'mi piace' sui social media alla disperazione di entrare nel mercato immobiliare. Un tweet ben fatto ha sostituito il voto e l'attivismo come meccanismo preferito per promuovere il cambiamento - nonostante la sua inefficacia.

La visione di fondo può sembrare cupa, ma Saga è piena di momenti comici accanto a quelli più oscuri dell'angoscia strindberghiana, eseguiti dall'attraente cast di Frida Storm nei panni di Saga e Julia Florimo, Marie Rabe e Olivia Skoog in tutti gli altri ruoli. Lo svedese non è tradotto direttamente per chi parla solo inglese, ma i significati sono chiari dal contesto, e questo uso del linguaggio e dei riferimenti culturali serve a portare ulteriori piaceri ai parlanti svedesi nel pubblico. Dopo tutto, ci sono quasi 10.000 svedesi che vivono a Londra e, mentre la battaglia continua a infuriare per la Brexit, questa produzione bilingue mescola abilmente due lingue e culture europee in uno sguardo anarchico sulla società occidentale. E, sì, c'è anche un po' di Abba.

In scena all'Etcetera Theatre fino al 16 marzo 2019 e poi all'Edinburgh Fringe al Greenside Nicholson Square dal 12 al 24 agosto 2019.