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RECENSIONE: Rigoletto, Opera Holland Park, Londra ✭✭✭✭
Pubblicato su
9 giugno 2023
Di
timhochstrasser
Tim Hochastrasser recensisce l'opera Rigoletto di Verdi presentata da Opera Holland Park come parte della loro stagione 2023.
Stephen Gadd (Rigoletto) e Alison Langer (Gilda). Foto: Craig Fuller Rigoletto
Opera Holland Park
1 giugno 2023
4 Stelle
Sito Web Opera Holland Park Rigoletto è forse la più originale del trio di opere che segnano l'asse centrale della carriera di Verdi come compositore. La predominante colorazione scura dell'orchestrazione, il focus stretto su una relazione padre-figlia, la abilità drammatica con cui convenzioni operistiche come la maledizione sono mescolate e migliorate con un realismo psicologico incalzante, segnano quest'opera come qualcosa di speciale. Questo fu riconosciuto già dalla sua prima nel 1851, e non è mai stata eclissata nel repertorio.
Foto: Craig Fuller
È un compito impegnativo per un regista trovare nuovi spunti da dire su un'opera così familiare e amata, ma Cecilia Stinton riesce a farlo trasferendo la depravata Corte di Mantova in un Collegio di Oxbridge nell'era di Brideshead Revisited, molto simile a un'élite decadente, dove l'autorità viene sfruttata e l'abuso di alcool e donne è dilagante. Questo tocco di periodo ci viene segnalato presto, poiché la musica di apertura è suonata su un grammofono a manovella graffiante, un piccolo espediente che forse si stufa alla fine, quando l'orchestra reale entra in gioco.
Alessandro Scotto di Luzio (Il Duca di Mantova) e Hadley Pedley (Maddalena). Foto: Craig Fuller
Tuttavia, nel complesso questa interpretazione è ben ponderata, non solo nelle caratterizzazioni e gerarchie, ma anche nelle implicazioni per il design del set. Questa è una di quelle occasioni in cui il palco molto ampio ma poco profondo a Holland Park diventa protagonista. Le lunghe sequenze di scaffali di biblioteca, stanze pannellate e mobili in legno scuro si spostano con flessibilità dagli interni del collegio a un bar losco e il proscenio costruito attorno all'orchestra (un'utile innovazione degli anni di pandemia) sottolinea efficacemente la separazione della vita privata di Rigoletto e dell'isolamento di Gilda.
Foto: Craig Fuller
Lee Reynolds dirige la City of London Sinfonia con graziosa delicatezza. Il mondo sonoro di quest'opera non potrebbe essere più diverso dal suo successore 'Il Trovatore'. Ci sono pochi momenti di sfoggio non diluito e persino la tempesta nell'atto finale è più sinistra e sepolcrale che dirompente. Le texture minimaliste e le sfumature dinamiche sono cruciali per catturare l'aria di cospirazione, inganno e vite rovinate che aleggia sull'azione. Sotto una bacchetta così persuasiva questi effetti risultano convincenti.
Stephen Gadd nel ruolo di Rigoletto. Foto: Craig Fuller
La versione di Stephen Gadd nel ruolo del titolo comanda rispetto nonostante e a causa del fatto che è chiaramente ostacolato vocalmente. È un'interpretazione più calda del solito in cui si avverte immediatamente che è alla mercé della cultura di corte piuttosto che al suo sarcastico punto di riferimento. Avere lui come un veterano di guerra disabile - possibilmente un portiere del collegio? - piuttosto che un gobbo rafforza questa interpretazione. La forza della sua vendetta è quindi molto più diretta al duca e ai suoi seguaci, e si pente rapidamente del suo disprezzo per Monterone. Il suo rimorso è espresso con un'intensità memorabilmente tonata.
Alison Langer nel ruolo di Gilda. Foto: Craig Fuller
La performance di spicco qui è quella di Alison Langer nel ruolo di Gilda. Troppo spesso viene interpretata come un personaggio eccessivamente passivo, reattivo, semplicemente alla mercé degli uomini intorno a lei. Questa volta ha molto più presenza fin dall'inizio, esprimendo frustrazione per la reclusione e desiderio di sviluppare la nuova relazione che ha iniziato con l'uomo che si rivela essere il duca. Questo presta una maggiore profondità alla sua esperta esecuzione dell'aria chiave ‘Caro nome’, e alle sue successive interventi in cui resiste alla facile vittima. Anche la parte finale dell'opera offre un pezzo di regia ispirato che la vede uscire attraverso il pubblico piuttosto che scomodamente rinascere nel sacco dove Rigoletto l'ha scoperta in punto di morte.
Simon Wilding (Sparafucile) e Alison Langer (Gilda). Foto: Craig Fuller
I ruoli secondari sono ammirevolmente riempiti, con Sparafucile e Maddalena molto più riccamente rappresentati del solito da Simon Wilding e Hannah Pedley. Il coro, come al solito a Opera Holland Park, è in eccellente voce e ciascuno di loro interpreta la propria storia in modo convincente. Meno convincente è Alessandro Scotto di Luzio nel ruolo del duca, con alcuni segni di affaticamento nel registro superiore.
In generale, questa produzione è un eccellente inizio di stagione a Holland Park, combinando gli abituali elevati standard artistici con la determinazione a trovare nuovi percorsi per presentare materiali familiari.
Rigoletto va in scena fino al 24 giugno 2023
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