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RECENSIONE: Pete 'N' Keely, Tristan Bates Theatre ✭✭✭✭
Pubblicato su
5 maggio 2017
Di
julianeaves
Katie Kerr e David Bardsley in Pete 'N' Keely Pete 'N' Keely
Teatro Tristan Bates
Giovedì 4 maggio 2017
4 Stelle
Un applauso alla produzione audace, brillante e coraggiosa di questo duo esplosivo che irrompe sul palco del raccolto e intimo Teatro Tristan Bates, grazie agli sforzi - credo - del regista Matthew Gould che ce lo ha portato all'attenzione. Diciassette lunghi anni fa, ha stupito il pubblico Off-Broadway per un'inspiegabilmente breve permanenza di poco più di 100 spettacoli, e ora sta facendo una rapida visita a questo 'gioiello' di teatro a Covent Garden. Se le recensioni ingegnose che si spacciano per musical sono la tua passione, non lasciare che passi inosservato. Sarai incantato.
Prima cosa. Emily Bestow realizza la scenografia egregiamente, con un design magnificamente colorato e tuttavia semplice e spazioso che ci colloca nel mondo degli speciali televisivi a colori, dove i due omonimi stanno per mettere in scena una pubblica reunion post-divorzio. Mitchell Reeve illumina la scena con profondità e intensità, e il design sonoro di Sam Glossop inizia servendo un chiacchiericcio di colonne sonore commerciali degli anni '60 prima di dare voce perfettamente bilanciata alla band guidata da James Cleeve (pianoforte), con Richard Burden su diverse percussioni e Doug Grannell al basso: sono una combo imbattibile, che esegue gli arrangiamenti di Patrick S Brady con precisione e amore. Brady ha anche scritto il nuovo materiale musicale e si è occupato degli arrangiamenti vocali, di cui parleremo tra un momento.
Katie Kerr e David Bardsley in Pete 'N' Keely
Dopo una breve introduzione, incontriamo le nostre 'stelle' per la serata: un terrificante Pete Bartel parruccato, con baffi alla Zapata, camicia con volant (immagina Robert Goulet che incontra Liberace) e l'abbondante e imponente Keely Stevens (sembra essersi persa da 'Hairspray', passando per 'La Valle delle Bambole'). Questi due ci conducono poi attraverso una straordinaria sequenza di performance virtuosistiche, esplorando gli inizi delle loro rispettive carriere, il loro incontro, corteggiamento e matrimonio, divorzio, carriere soliste separate e non molto buone, e - infine - la riconciliazione finale sul palco e schermo. Lungo il percorso, i due sopportano il peso del racconto, con solo brevi tregue da occasionali interruzioni fuori campo e una pausa tanto necessaria. Oltre a essere una lezione su come creare un intrattenimento perfettamente formato e completamente sviluppato con solo due attori, è anche una sfida imponente che mette a dura prova le abilità e l'arte dei performer.
I nostri attori qui sono David Bardsley, che recentemente è stato un Bruce Ismay molto capace nella ripresa di 'Titanic' al Charing Cross Theatre, e Katie Kerr, che vidi molto bene in 'Sunset Boulevard' all'ENO. Per entrambi, questo rappresenta un enorme 'salto' in termini di richieste fatte su di loro. Devono padroneggiare 19 numeri musicali con pochissimi dialoghi nel mezzo; alcuni di questi numeri, come i nuovi 'The Cross Country Tour' e 'Tony and Cleo' sono spettacoli che da soli valgono quasi il prezzo del biglietto. In aggiunta a questi, tuttavia, devono eseguire una buona serie di standard del Great American Songbook, che il pubblico conosce dai migliori interpreti, a volte eseguiti 'diretti', ma altrettanto spesso per ridere.
Katie Kerr in Pete 'N' Keely
Ci sono anche molte risate. Possono essere godute a proprio modo, principalmente; ma più sei erudito in termini di showbiz, più risponderai a questa accademica, astuta, teatrale parodia delle celebrità presuntuose. In molti modi, l'umorismo è così urbano, così intelligente e sofisticato, che richiama le brillanti recensioni degli anni '60, non da ultimo quelle con Millicent Martin, David Kernan e Julia McKenzie. Questi sono nomi di alto livello, e in un certo senso questo tipo di materiale molto 'leggero' grida davvero a gran voce per professionisti di grande peso per rendere giustizia piena. Non si può fare a meno di chiedersi cosa farebbero - diciamo - performer come Julie Atherton e Simon Lipkin di questi ruoli, dove spesso devi girarti su un centesimo per far funzionare le battute. Questa è materia di speculazione, naturalmente. Qui abbiamo una coppia talentuosa che dà tutto ciò che ha, e questo è molto.
C'è anche un po' di sentimento toccante - nella seconda metà - non troppo da risultare sdolcinato, ma giusto abbastanza da variare il tono in modo deliziosamente agrodolce. Kerr porta avanti la maggior parte di questo, e dimostra una gamma piuttosto ampia di quanto Bardlsey è dato: penso che sia chiaro dove siano le simpatie dello scrittore James Hindman in questa battaglia tra i sessi, e i testi di James Waldrop sulla musica di Brady supportano il suo punto di vista. Dobbiamo stare dalla sua parte. E lo siamo. Ed è bello scoprire che, nel mezzo di tutto il caos kitsch, li prendiamo davvero - e in particolare lei - sul serio, e ci teniamo.
Lungo la strada, hanno molti momenti splendidi. Ci sono anche occasioni di frasi meno sicure, intonazioni dubbie e udibilità, ma forse questi saranno risolti con qualche altra esibizione e aggiustamenti alla tecnica. Per quanto riguarda il vero mix delle loro voci, beh, il loro non è forse ancora la miscela ideale: gli temperamenti vocali di Bardlsey e Kerr sembrano essere molto diversi. Fanno quello che possono per amalgamarsi, ma spesso hanno le mani piene nel trovare il giusto equilibrio di colori e timbri.
Per un piacevole, divertente serata in teatro, tuttavia, penso che possiamo perdonare qualche piccola imperfezione. Potremmo riconciliarci all'idea di capire questo come un'illustrazione del loro allontanamento (ma, se lo facciamo, non aiuta a spiegare il loro status leggendario come 'fidanzatini del canto', né ci prepara per la loro reunion). Non importa. È molto divertente e se ti concentri sui tanti buoni aspetti, ti divertirai un mondo.
Fino al 20 maggio 2017
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