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RECENSIONE: Mess, Teatro Albany ✭✭✭✭
Pubblicato su
27 maggio 2015
Di
editoriale
Mess
Teatro Albany
20 Maggio 2015
4 Stelle
Recensione di James Garden
Mess di Caroline Horton è probabilmente la rappresentazione più onesta di un disturbo alimentare che si possa trovare sul palco. Ideato e interpretato da Hannah Boyde, Seiriol Davies, con Caroline Horton al timone, il pezzo utilizza deliberatamente una significativa quantità di comicità e infrangimenti della quarta parete per tranquillizzare il pubblico.
C'è un delizioso espediente in cui Josephine, interpretata dalla Horton, descrive che questa “non è la vera produzione” e “quando la produzione verrà trasferita, questo sarà ciò che accadrà,” al fine di coinvolgere il pubblico. Crea un'atmosfera di semplicità che si adatta perfettamente al pezzo. C'è sempre un pericolo nel lavoro in cui il drammaturgo recita anche per far sì che il pezzo manchi in qualche modo, semplicemente per la mancanza di più occhi, ma non è questo il caso di Mess. La Horton abita il suo mondo in modo splendido, sotto l’eccellente direzione di Alex Swift. Interpretando un personaggio con un disturbo alimentare, che è qualcosa da cui si potrebbe tendere a distogliere lo sguardo, la Horton richiede invece la nostra attenzione, anche mentre la sua performance rimane fragile.
Boris, il caro amico di Josephine, è interpretato dalla deliziosa Hannah Boyde, un casting trasversale che, al contrario, avvicina molto il pubblico all'azione, nonostante inizialmente possa sembrare estraniante. La Boyde porta sul palco quasi un senso di meraviglia da presentatrice di programmi per bambini, e mantiene quell'aria con totale facilità e controllo.
La colonna sonora originale ed estremamente efficace e le canzoni sono eseguite da Seiriol Davies, nel ruolo del suo personaggio Sistahl. Josephine e Sistahl litigano durante tutta la commedia, su scelte di effetti sonori, ed anche su canzoni specifiche che lui "scrive" per lei, che alla fine trova carenti. Ma è attraverso questi momenti meta-teatrali che tutti e tre i personaggi brillano.
Il testo può essere estremamente didattico a volte--una grande montagna di soffici piumini rosa e ombrello è specificatamente demarcata come una rappresentazione visiva della malattia di Josephine, eppure, anche con quell'evidente segnalazione, l'impatto emotivo di vedere Caroline Horton nascondersi in cima con occhi smarriti può essere assolutamente straziante.
C'è una tendenza recente di spettacoli per tre o quattro attori in cui i personaggi parlano molto consapevolmente al pubblico, con un livello di autoironia e umorismo per raccontare storie estremamente intime e personali. Hiraeth al Soho Theatre ha lavorato in un modo molto simile, con grande successo, così come Scarlet al Southwark Playhouse. Forse questa esperienza meta-teatrale è un dispositivo strutturale tanto popolare perché economica, ma, soprattutto in Mess, è estremamente efficace. Ecco sperando che giri ancora.
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