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RECENSIONE: 4000 Giorni, Park Theatre ✭✭✭
Pubblicato su
20 gennaio 2016
Di
jessicawretlind
Maggie Ollerenshaw e Alistair McGowan in 4000 Days. Foto: Rory Lindsay 4000 Days
Park Theatre
19 gennaio 2015
3 Stelle
Quando Michael si sveglia da un coma con una perdita di memoria di dieci anni, il suo partner di lunga data Paul gli appare come un perfetto sconosciuto. Mentre Paul cerca disperatamente di salvare la loro relazione, la madre disapprovante di Michael, Carol, coglie l'opportunità per escluderlo definitivamente dalle loro vite.
Il copione di Peter Quilter è arricchito di sarcasmo e battute di spirito che strappano forti risate al pubblico, tuttavia la commedia si posiziona scomodamente ai margini di grandi temi che rimangono poco sviluppati.
Alistair McGowan è divertente nel ruolo di Michael; la corda umana in questa gara di tiro alla fune, eppure sembra stranamente poco coinvolto mentre osserva le estremità sfilacciarsi in una competizione serrata.
Maggie Ollerenshaw è implacabile nel ruolo della madre opprimente, che è felicissima di avere l'opportunità di reclamare suo figlio come l'artista stravagante che era prima che Paul “lo dipingesse di beige”. Rappresenta la delusione di una vita che ha sacrificato l'arte per un'esistenza più confortevole, eppure offre spunti di omofobia che offuscano le sue motivazioni.
Alistair McGowan e Daniel Weyman in 4000 Days. Foto: Rory Lindsay
Daniel Weyman è attento nel ruolo del partner devoto, eppure la chimica tra gli amanti non raggiunge l'elettricità e non riesce a convincerci che il loro amore debba trionfare.
Michael cerca di riconquistare le sue ambizioni pre-Paul dipingendo il muro della sua stanza d'ospedale, e in tal modo ritorna a uno stato infantile che è affascinante e divertente se non manifestamente adolescenziale. Questo murale colorato del suo passato offre uno sfondo toccante al grigiore deludente della realtà, e la confessione di Paul che il loro amore fosse “poco più che una compagnia ragionevole”.
Sfortunatamente, quando Michael inizia a ricordare la loro relazione, il pubblico ha dimenticato chi sostiene. Stranamente, è Ollerenshaw come la sarcastica e amareggiata Carol che implora la nostra simpatia quando afferma “noi madri veniamo sempre lasciate indietro”.
Quilter ci offre un assaggio del tema faticoso dell'amnesia, ma il ricordo di esso potrebbe svanire.
4000 Days è in scena al Park Theatre fino al 13 febbraio 2016. Prenota Ora.
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